Meloni: "Non si utilizzi tragedia per legittimare violenza". Tragedia? Violenza per un po' di botte? E la vita di Ramy? Più che tragedia, se proprio si vuole, sembra amarissima commedia. E' doveroso ricordare che, malgrado questi brutti tempi, le parole hanno significati e utilizzi ben precisi. Rispolvero antichissime scemate liceali, tanto per alleggerire.
"Eschilo, 'che qui si Sofocle. Attenti alle scale Euripide!". La si metteva in farsa, la tragedia, a scuola.
Eccola, la tragedia, così come pervenuta dallla vecchia Grecia, anche se la storia è molto più antica. Il significato più accettato è "tragos-odè" (τράγος "capro", ᾠδή "canto"). Nasce, a quanto pare, come tradizione religiosa, e pagana, molto antica, e la musica ne è parte integrante. Nel senso tramandato dai tre signori succitati, diventa la rappresentazione di profonde passioni umane, non definibili necessariamante, appunto, tragiche. C'è: la narrazione dei fatti, il coro che enfatizza, i finali ricchi di morale. Eccoci: morale. Che deriva da "mos, moris", cioè costume, usanza. E' Cicerone che la conia riprendendo ancora una volta il greco ezos ("ἠθικός") cioè costume. E vi tralascio l'altissimo significato della commedia. Forse molti di voi hanno visto o letto "Il nome della Rosa" di Umberto Eco.
Gira e rigira, insomma, parole nobili e millenarie vengono tirate in ballo biecamente in ogni occasione, per la comodità di questo o quello. E' probabile che abbia scritto qualche cazzata, e qualche prufesurùn mi redarguirà giustamente, ma il senso della situazione lo abbiamo capito tutti. La morte di Ramy, ragazzo italiano di origine egiziana, è un delitto con dei responsabili, e non una tragedia. Eventualmente, lo è per chi lo piange; parenti e amici. In maniera nobile e non utilitaristica. Poco alla volta, tutti insieme, dobbiamo imparare a scrollarci di dosso questa cretineria malefica della Destra. E non occorre violenza, cara signora Ducetta.
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