Tutto il mio mondo: l'archivio degli articoli...

Non solo musica, o spettacolo in genere. La mia idea è di trasmettere le mie esperienze, che passano anche attraverco differenti forma d'arte, come il cinema, i libri, lo sport, una certa televisione e - perché no? -  anche una visione politica chiara, netta e giusta. E poi, mi è capitato di tutto (sono io).

Gianni Morandi live Il Gazzettion 2000

MilanoNOSTRO SERVIZIODecisamente umano. Gianni Morandi, 56 anni a dicembre (ma l' anagrafe per lui è un optional), appartiene ancora a quella categoria di artisti che sanno dominare il proscenio, anziché subirne le sfide tecnologiche e coreografiche. Così, dopo aver attraversato un mare di mani protese, arrivando sul palcoscenico dalla platea (come dire: "Sono uno di voi") e aver esordito con la nuova "Canzone libera", dopo poche strofe di "Così vanno le cose" si inceppa sul testo, per un vuoto di memoria causato dall' emozione. Nessuno se ne accorge, anche perché il Nostro si riprende subito, e anche perché in pochi conoscono il nuovo brano parola per parola. E' accaduto anche questo, durante le due ore e passa, inframmezzate da un intervallo, dello spettacolo firmato da Saverio Marconi, che, dopo quattro anni di partite di pallone con la Nazionale cantanti, maratone e produzione del nuovo album con Ramazzotti, sfociato nel terzo posto a Sanremo, lo rivede in scena al PalaVobis di Milano fino al 19 maggio.Vincente, non piazzato, quindi. Morandi fa il "tutto esaurito" ogni sera (2700 posti) e non c'erano dubbi; trionfa in scena con il pubblico in deliquio, e anche questo sta nelle cose; dimostra grande modernità espressiva, forse anche anche al "corso di aggiornamento Ramazzotti" (che stava dietro le quinte), e questa è una novità. Sa rinfrescare "Varietà", brano del '90 molto buono, ascoltato alla distanza, così come con "Vita", sempre firmata da Mogol-Lavezzi. Bella la versione acustica di "Io sono un treno", che riprende l' arrangiamento originale di Jimmy Villotti. Per "in amore", che avrebbe dovuto vincere il Festival del '95, duetta con la procace corista Antonella Pepe, abbracciandola anche oltre il necessario...Per "Un mondo d' amore", del '67, si ricorda, parlando con il pubblico, delle aspirazioni politiche di una generazione, andate deluse, ma poi chiude il primo tempo con "Innamorato", il brano portato al recente Festival; non il più bello del nuovo cd. Nell' intervallo, donne di tutte le età lasciano bigliettini con messaggi sul palco, e lui li legge, naturalmente. Mai indagine demoscopica ha colto uno spaccato dell' Italia di oggi, e di ieri, come un concerto di Morandi. C'è il popolo, la signora troppo truccata e troppo grassa con accanto il marito disilluso, ma anche, come si dice a Milano, la "sciura" con abbronzatura caraibica e gioielleria "pesante". Molte le persone oltre i Cinquanta, ma non mancano le ragazzine, le più infervorate.Primo medley: "Canzoni stonate", "Occhi di ragazza" (il brano di Dalla che Ron avrebbe dovuto cantare a Sanremo ma fu escluso...), "Sai che succede" (nuova), "C'era un ragazzo... " e "La mia vita va". Per "bella signora" la platea è tutta in piedi. Gianni gigioneggia e fa battute. Arriva sotto il palco anche un sedicente "mago" che offre numeri al Lotto. Per "Un abbraccio fortissimo Morandi si commuove. Sul fondale del semplice palco (brava la giovanissima band) scorrono immagini autocelebrative, filmiche o solamente coreografiche. Di seguito, ecco "Andavo a 100 all' ora"; "Se puoi uscire... ", "In ginocchio da te" e "Fatti mandare dalla mamma...". E' il delirio. "Come fa bene l' amore" dà il titolo anche al nuovo cd; "Uno su mille", nell' 85, è stato il branod ella seconda riscossa. "Banane e lampone" e "Scende la pioggia" chiudono. Bis a ruota libera: "Se non avessi più te", "La fisarmonica", "Si può dare di più" e una ripresa di "Come fa bene l' amore", tanto per fare promozione al cd. Gianni forever.Bruno Marzi

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David Gilmour intervista online Il Gazzettino 2000

MilanoNOSTRO SERVIZIO"Nel corso dell' ultimo tour avevamo intenzione di suonare sotto le piramidi, in Egitto, e anche in Israele, ma poi le difficoltà erano enormi e desistemmo", racconta il chitarrista dei Pink Floyd David Gilmour, rispondendo alle domande "telematiche" dei fan. Su Internet, allora: per prima cosa. Se da una parte i vertici della Casa discografica dei Pink Floyd sono terrorizzati dal timore che brani dec nuovo cd live di "The Wall" finiscano in Rete anzitempo, dall' altra è proprio una mega-chat in due puntate di MSN, il network virtuale di Mircosoft, a proporre le interviste a David Gilmour prima e Roger Waters poi.Ecco i punti salienti dei due lunghi interventi. Gilmour: "Non uso molto Internet, anche se di recente lo utilizzo sempre di più. Di sicuro non avevo mai partecipato a una chat! Un video dei concerti di vent' anni fa? Fu tutto registrato, e Roger ha il materiale, che però non ci sembra di buona qualità. Vedremo di migliorarla con le nuove tecnologie digitali e grafiche e poi si vedrà". Il recente lavoro con Mc Cartney per il disco rock and roll? "Me lo aveva chiesto molto tempo fa. Non so se farà altro del genere. Essere stato per una sera un beatle al "Cavern" è stato indimenticabile!"."I momenti belli di "The Wall" sono stati molti, all' interno di un' operazione di alto livello. Ricordo quando suonavo in cima al muro... Il seguito di "The Division Bell"? Attualmente non abbiamo progetti per un disco o un tour dei Pink Floyd. Io stesso sono ritornato in uno studio dopo molto tempo": Arrivano le domande dei fan, sullo stile di chitarra, sugli studi Abbey Road, e sulla scelta di Bob geldof per il film "The Wall". "Non lo scelsi io come interprete ma il regista Alan Parker. Fu una buona scelta". Raccolte sui PF in uscita, magari con "facciate b" inedite? "Solo un paio di pezzi inediti, come "Vegetable man" sono usciti in bootleg da quando faccio parte della band, mentre "Sream the last scream" è precedente. Non mi opporrei se uscissero in forma migliore".Su Syd Barret. "Ho parlato un paio di volte con la sorella, e non ho notizie precise. Spero stia bene!". Sul remix "Absolutely ambient" (la sua musica in forma "ambient") Gilmour è categorico: "Non ho ascoltato nulla". Le nuove band? "Radiohead sono grandi, ma non hanno niente a che fare con noi". Un paragone coi Beatles? "Si può fare con tante band. Io mi limito ad essere un loro grande fan! D' altronde, se i miei figli più grandi hanno potuto assistere all' ultimo nostro tour, i più piccoli... preferiscono i Beatles". Sul suo arrivo nella band, negli anni Settanta: "Ero considerato "il ragazzino nuovo" solo perché avevo qualche anno in meno degli altri. Le mie idee musicali, però, vennero prese subito sul serio! A quei tempi, con i primi soldi pensai ad acquistare strumenti musicali e a sopravvivere!". Da dove arriva l' ispirazione? "Dalla mia vita, dall' amore, dai figli".Roger Waters, il bassista che nel '90 realizzò una versione ampliata di "The Wall" a Berlino, in Postdammerplatz, con tantissime rockstar impegnate, ha risposto alla chat di MSN dal suo buen retiro delle Barbados, la sera del 13 marzo. "Internet è veramente eccitante. Ho appena terminato una ricerca per trovare una lettera francese, scritta durante il periodo della Rivoluzione da Luigi XVI a suo cugino Carlo IV di Spagna... ". Ci sono voci su una versione di "The Wall" a Broadway-West End... "E' vero - replica Waters - è nelle intenzioni e qualcosa sta succedendo... Mi è stato chiesto di eseguire una versione limitata dello spettacolo in America, il 4 luglio a Indianapolis. Ho aderito perché si tratterà di un concerto gratuito"."Ho registrato 40 minuti di musica nuova a Nassau con la mia band e andrò in tour dal 2 giugno. Ho chiamato anche David per suonare nel disco, con grande piacere!", ha risposto alle numerose domande sul suo ritorno in scena. Waters confessa una predilezione per Randy Newman, meno per i bootleg sui PF. Radiohead? Non li conosco molto bene... Amo la musica classica, che ovviamente ha ispirato la mia maniera di comporre. Ascolto Puccini e Brahms". Si ripetono un po', insomma, le domande dei fan, e vi evitiamo quelle più scontate. "Credo che i concept-album siano ancora attuali, e non solo legati al "pop". Penso ai concetti della Morte e del Caos, che sono presenti nella musica dei Pink Floyd. Recentemente sono stato a Parigi per registrare una versione classica della mia opera "Ca ira", che però non porterò in scena, per adesso".Gli chiedono se crede in Dio e nella sua organizzazione del nostro destino. "No, non credo nel Fato - risponde - e penso che dalla storia del Mondo si evinca che fuori di qui ci deve essere qualcosa di più di quello che vediamo. Quando dico "fuori di qui" penso anche a qualcosa dentro di noi... ". "Vorrei che fossi qui", insomma. L' influenza della droga nella musica dei PF negli anni Sessanta? Conclude Waters; "No, penso che l' alcool, per esempio, porti solo alla disistima di se stessi. Si dice. "Il bene è nella moderazione". E' vero che molte droghe possono uccidere, e questo stato ha anche contribuito a scrivere buone canzoni... ".Bruno Marzi

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I prossimi concerti estivi IL Gazzettino 1999

MilanoNOSTRO SERVIZIOCi piace credere che il concerto che il Boss Bruce Springsteen, con la sua E-Street Band, terrà allo stadio "Ferraris" di Genova venerdì 11 giugno, sia in qualche modo anche dedicato alla memoria di Fabrizio De André, il grande poeta e musicista scomparso all' inizio dell' anno, che tanto amava il calcio, il Genoa in particolare, e sicuramente rispettava la grande "vena" poetica neorealista del rocker del New Jersey, il quale, peraltro, certamente conosceva la grande arte del cantautore genovese. E poi è sintomatica la vicinanza del carcere di Marassi, fatta quasi apposta per amplificare la forza del "messaggio" sociale e culturale dell' artista statunitense. Addio Milano ingrata, quindi; evviva gli stadi di provincia, gestiti dalle Amministrazioni comunali prive di bizantinismi "pedatorii"; evviva anche i tanto vituperati "spazi alternativi" che la fantasia di promoter indomiti escogita quando viene meno la logica e il buonsenso da parte delle Istituzioni.Un' estate musicale "un po' così" sarà comunque ottima e abbondante di nomi stranieri. Genova è per noi, insomma, che amiamo il rock; così come Udine, o l' area di Bagnoli a Napoli, o i mille rivoli di un fiume Triveneto che si chiama "Folkest". Istruzioni per l' uso, quindi. Per vedere il Boss si può scegliere tra biglietti che costano dalle 67 alle 87mila lire (più prevendita) e che saranno disponibili presso i Box Office, oppure presso le filiali della Banca Antoniana Popolare Veneta, da martedì 11 maggio fino a venerdì 14. Chi c'è c'è, insomma. Ulteriori informazioni su treni speciali (la stazione Brignole è a 100 metri dallo stadio) e quant' altro con "Infoline": 02542724. Affrettarsi.E' noto che l' appuntamento "clou" sarà con la "tre giorni" di giugno ad Imola per l' "Heineken Festival" (18,19 e 20), preceduto a Milano da "Gods of Metal", all' esterno del Forum, con headliners dal nome "pesante" come Metallica, Manowar e Motorhead. L' anno scorso l' appuntamento fu seguito da oltre 25mila "metallari doc". Luglio vedrà i tanti concerti di "Folkest", dal primo al 25, con inizio a Udine e conclusione a Spilimbergo, e i nomi prestigiosi di Mike Oldfield (unico show italiano) e Jethro Tull tra gli altri. Sempre luglio è il mese di "Monza rock", confermato il 10 e 11 luglio, dopo mille polemiche, con i "nomi" promessi di Aerosmith e Kravitz, e "Neapolis Festival", la "due giorni" di Pozzuoli, sempre con Aerosmith, Black Crowes e Creed il 12, Lenny Kravitz e Cree Summer il 13. L' occasione sarà importante anche per i gruppi italiani che nei prossimi giorni verranno selezionati da Franz Di Cioccio e da una ristretta giurìa: per chi volesse, il primo appuntamento, gratuito, è domenica 9 maggio all' Alcatraz di Milano, dalle 16 in poi.Piatto ricco di pietanze straniere, insomma. Milano concerti, Vasco Rossi e Imola a parte, presenta Beastie Boys il 13 maggio a Roma, Stereophonics il 17 maggio a Milano, Alanis Morissette il 23 giugno al Foruma di Assago, i R.E.M. allo stadio Dall' Ara di Bologna l' 11 giugno. La "Barley Arts", organizzatrice dell' appuntamento con il Boss, propone anche Kula Shaker il 13 maggio a Modena e il 14 a Milano, Scorpions, con orchestra, il 25 maggio all' Alcatraz di Milano, Jewel, in teatro il primo giugno a Milano, il 2 a Torino e il 3 a Modena. Il grande show di "Lord of dance" torna il 12 e 13 giugno al Forum di Assago (Mi), e gli attesissimi Deep Purple, in forma strepitosa, saranno in tour italiano dal 16 al 19 luglio. Uniche date fissate: il 17 al "Pistoia Blues Festival" e il 18 a Pontoglio (Bs).Il mitico Dr. John, dal 16 al 18 luglio in Italia, si esibirà il 18 a Pistoia, in quella che si avvia ad essere una delle migliori "annate" del festival toscano, che il 17, assieme ai Deep Purple, vedrà in azione il giovane "fenomeno blues" americano Johnny Lang, che il 30 luglio suonerà anche ad Arbatax, in Sardegna. Grande ritorno per Patti Smith, nell' unico concerto dell' anno, il 24 luglio a Villa Erba di Cernobbio (Co). Agosto, "rock mio non ti conosco", ma settembre, la sera del 23 al Forum di Assago, ci porterà l' atteso ritorno degli Iron Maiden con Bruce Dickinson, il mitico cantante-scrittore-schermidore.Bruno Marzi.

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Garbo intervista "Blu" Il Gazzettino 2002

MilanoNOSTRO SERVIZIONiente può essere più intrigante, sia per il critico sia per il fan, di un nuovo album da parte di un artista non solo bravo ma assolutamente autoemarginatosi dal "meccanismo" industriale della musica. Queste sono le premesse con le quali Garbo, al secolo Renato Abbate da Varese, quello di "A Berlino...va bene", "Quanti anni hai?" e "Radioclima", pubblica per la mescal "Blu", rinverdendo così, giusto a vent' anni dagli esordi, quella "via italiana" al primo techno-pop che ebbe proprio in lui il fortunato portabandiera. Sempre identico a se stesso malgrado abbia passato da un po' la quarantina, Garbo ha presentato l' album alla Fnac di Milano con un mini show. Lo accompagnava "metà" della sua band, ovvero i tastieristi Xelius e Tibe dei Sirenetta H, con i quali si esibirà l' 8 giugno a Castiglione Olona nell' anteprima del tour nei club previsto per ottobre 2002. Belli i suoni, tra le canzoni si intuiscono potenzialità di successo commerciale, tra la ballata elettronica e la "dance" lenta.Lo stile a metà strada tra Bowie e Bryan Ferry, un uso molto raffinato dell' elettrronica, musiche eleganti e testi pregnanti sono le caratteristiche di un artista ancora estremamente attuale. Garbo non fa dischi con etichette "ufficiali" dall' 88 ("Manifesti") anche se può vantare una intensissima attività discografica con il movimento di Aldo Nove, Isabella Santacroce, Tommaso Labranca e altri chiamato"Cannibali", con i quali ha lavorato moltissimo in questi anni alla sonorizzazione di poesie e a colonne sonore di film. "per la verità - confessa - quattro anni fa ho pubblicato "Grandi giorni" per l' etichetta "Fri" di Cecchetto ma per diversi motivi la cosa è passata inosservata. Per quanto riguarda "Blu" chiedo solo che il disco venga ascoltato con attenzione, e poi stroncato oppure amato... ".Il cd contiene ben 15 brani tra cui "Un bacio falso", primo singolo estratto. Spiega Garbo: "Si tratta di un disco "notturno", ostinatamente "daltonico", nato osservando un certo "Popolo della notte", gli amori, le solitudini, i piccoli problemi. E' nato tra un' ubriacatura e l' altra. E' un disco completamente mio, cresciuto con l' aiuto di ottimi e giovani musicisti, che si costruiscono addirittura gli strumenti elettronici, e con la collaborazione di Luca Urbani dei Soerba per "Migliaia di rose". Mi fa piacere essere considerato una specie di mito dai giovani artisti. Fa sentire vivo, e con la voglia di esplorare nuove strade".Bruno Marzi

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Alberto Fortis intervista Il Gazzettino 1994

MilanoNOSTRO SERVIZIOA quattro anni dall'ultimo tour, e con un nuovo album, "Dentro il giardino", Alberto Fortis si propone con una serie di spettacoli negli spazi universitari, il "Campus tour" appunto, gratuiti e serali. Le prime tappe - Veneto escluso - saranno il 27 maggio a Bologna, il 28 a Milano, il 30 a Torino (alle 17.30 nel cortile del Politecnico), il 31 al teatro Giacosa di Aosta, il primo giugno a Urbino, il 4 a Modena, il 6 a Roma, Tor Vergata.Con il 39enne musicista di Domodossola, famoso per "Milano e Vincenzo", la canzone che gli ha dato la grande popolarità, e per altri successi a cavallo degli anni Ottanta, suoneranno i "Word", la stessa band californiana con cui ha registrato il disco a Los Angeles: Court Connor alla batteria, Klaus Derendorf alla chitarra, Saverio Principini al basso, Pete Slevin alle tastiere, più i cori di Sharon e Tracy, le due belle "groupie" che accompagnano i musicisti. Manca solo - o forse c'è - il classico furgone colorato in stile hippy, con annessi "generi di conforto"... La band, in effetti, sembra uscita da un poster fine anni Sessanta, ovvero scongelata nel forno a microonde: capelli lunghi e abiti colorati, stile "Flower power", cui non si sottrae nemmeno Alberto, con un look più alla "Ultimo dei Mohicani". Fortis, artista intelligente e "fuori dal branco", ha un "groove" pi` rock che da cantautore. Di conseguenza, anche questa volta la produzione dell'album è affidata a Claudio Fabi, con Fortis già ai tempi degli esordi con la Pfm."Il "college tour" è una scommessa - esordisce Alberto, giunto all'appuntamento con mezz'ora di ritardo e tutta la tribù della band al seguito - anche perché credo di essere il primo a farlo in maniera organica. Il tutto si sposa bene con il progetto di "Dentro il giardino", un disco che tratta temi non usuali, e si arricchisce dell'interagire tra la band e me. Ho recuperato, così, uno degli aspetti del rock, che in passato ha prodotto la musica migliore".Fortis ha cambiato Casa discografica, approdando alla Virgin, non senza aver perso un anno buono, per problemi di "fine contratto". "Artisticamente - ci spiega - non ho subito contraccolpi negativi. Anzi, la collaborazione di Fabi mi ha portato, senza polemiche con i vecchi discografici, a riappropriarmi della produzione. La musica di questi anni mi ha molto deluso. Si è passati dal "dogma del contenitore" alla musica del "contenitore senza contenuto": due estremi. Io mi sono infilato nel mezzo, cercando di recuperare l'energia degli esordi. Sarà il pubblico, quello nuovo creato dal "tam tam della giungla" virtuale, quello che non si identifica col voto più o meno a destra ma con la "terapia della musica" atta a svegliare le coscienze, a dire se avrò ragione!". Romanticamente contro. In quel caso, e per gli show a venire, il biglietto sarà a prezzo pieno.Bruno Marzi

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Roachford intervista Il Gazzettino 1994

MilanoNOSTRO SERVIZIOAndrew Roachford è passato da Milano per tenere una conferenza-stampa e un mini-show al Village Rock Café, trasmesso in diretta da 101 Network. Il musicista e cantante nero inglese, leader dell'omonima band, è uno dei più bravi "performer" della nuova generazione, nata alla fine degli anni Ottanta. Tre album in sei anni sono garanzia di serietà d'ispirazione. Il recente "Permanent shade of blue" prosegue un discorso musicale molto aperto, in cui il rock, stemperato nei colori del soul, indica la strada, ma senza fare chiasso."Il suono rock - spiega Andrew - ha sempre avuto un ruolo importante nella mia ispirazione, sia in studio sia negli show. Il nuovo album, probabilmente, caratterizza maggiormente questo indirizzo, grazie anche alla quasi completa auto-produzione delle canzoni". I brani, musicalmente sempre originali, trattano di attualità e socialità, anche se Roachford rifiuta l'etichetta di artista "politico" tout court."La mia generazione - continua - è probabilmente la prima che affronta la discriminazione razziale in maniera non conflittuale. Lo spiego in "I know you dont' love me", che ricorda una chiacchierata a tavola in famiglia... Il paragone va fatto con gli Stati Uniti di alcune decenni fa, nel momento in cui i neri incominciavano ad accedere a posti di potere, e di prestigio, tipicamente bianchi. Penso ai politici, ai direttori di banca, agli uomini d' affari. In Inghilterra, questa metamorfosi sta accadendo solo adesso, perché l'immigrazione dalle Colonie è più recente".A proposito di conquiste e conquistati, i Roachford, che ricordiamo in un altro piccolo show a Sanremo anni fa, tentano ciclicamente di "invadere" musicalmente gli Stati Uniti, così come, più modestamente, stanno facendo nel nostro Paese. "Il "mercato" americano è affascinante - conclude Andrew - ma difficile da aggredire. Bisogna fare tantissimi spettacoli nei club, suonare i dischi nelle stazioni radio giuste, cioè quelle specializzate. Il nostro problema è che non suoniamo un genere musicale facilmente definibile, come il rock, il soul, il jazz o il country. Chissà, forse la nostra diversità ci consentirà di distinguerci. Siamo una band aristocratica? Non credo. E' vero che non ci lamentiamo del nostro attuale successo, ma suonare in uno stadio pieno di folla non ci dispiacerebbe di certo!".Bruno Marzi

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EDITORIALE

Living in the Past Brum Brum

Prendo spunto dall'attualità, con le dichiarazioni di Elkann ("Investire in America farà bene anche all'Italia") che ricordano molto certe gag antiche. "Dottò, me fa male accà e me risponde accà... ". Una cosa del genere. Le innovazioni, se non comprese come possibilità, alla fine vincono ma diventano il cimitero del passato. Come spiegato bene dal romanziere Ken Follett ne "Le armi della luce" ("The Armour of Light"), la rivoluzione industriale inglese iniziò con la meccanizzazione delle tessiture, che inizialmente provocò, alla fine del 1700, tumulti e disperazione; poi, dopo dure lotte, arrivò un lavoro più leggero e migliori salari, e meno ore al telaio. La potenza e il benessere dell'Union Jack iniziarono dopo Waterloo, a grandi linee. Tralascio i salti intermedi. Alla fine del 1800 comparvero le prime "carrozze a motore", ovvero dei landeau modificati con dei piccoli motori che facevano raggiungere circa i 25 km all'ora. Si rifornivano in farmacia, che aveva il monopolio della benzina... La gente però si ostinava a dire che le carrozze a cavalli erano molto meglio, più sicure e confortevoli. Pochi sanno che attorno al 1840 in Francia si pensava già all'elettricità per la trazione quando le città andavano ancora coi lampioni a gas. Le carrozze si trasformarono in automobili, e negli anni Venti Henry Ford incominciò a pensare a un'auto, la futura Modello T, a basso costo perché frutto della prima catena di montaggio. Anche Hitler, giunto al potere, pensò all'auto per il popolo, il cui motore fu poi all'origine del successo di Ferdinand Porsche. La nostra Fabbrica Italiana Automobili Torino, la Fiat insomma, ha una storia più audace in pieno fascismo (come Elkann da Trump, insomma) sfornando anch'essa l'auto del popolo: la Topolino. Tralasciamo tutto, e ci sarebbe da dire parecchio.

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Una bella Vita Spericolata

Ieri, per caso, una volta tanto i post di Facebook, tra una cazzata e l'altra (vi è mai capitata la pubblicità di Ali Express che vende "costumi da zoccola"?), mi hanno presentato una storia che - ammetto - non conoscevo. Una storia bella e forse solo all'inizio, e che fa venir voglia anche a un vecchietto in restauro come me di lavorare per tornare in pedana. Si vedrà.

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Marina e le bugie

Lei è Marina Berlusconi, la primogenita del Buonanima. Le bugie non sono le pastelle fritte di carnevale, dette anche chiacchere o frappe. Sono proprio le stronzate che troviamo, volenti o nolenti, sul nostro smartphone.

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La bilancia sbilanciata

Prendo spunto dallo sciopero di oggi de' "Il Sole-24 Ore" a seguito dell'intervista "supina" di Maria Latella a Gioggia, protestata dalle redazione giacché alla conferenza stampa muta della Signora degli Inganni erano già presenti due redattori. Una collaborazione casuale e indigesta. Questa la scusa. La realtà parla di un' informazione, e del sottobosco online della stessa, fortemente sbilanciata verso l'attuale regime. Tale atteggiamento ricade su ogni avvenimento quotidiano. Penso a Ilaria Salis crocifissa come "nemica dei carabinieri", mentra bastava leggere le sue parole per capire che parlava di un problema generale. Questo, secondo me - l'intepretazione sempre iperbolica e negativa - in ultima analisi ha portato, tra mille cose, all'attentato dinamitardo a Ranucci (uno che si chiama Sigfrido non è di certo un pavido... ). Fresca di giornata, aggiungo la vigliaccata del Senato che ha bloccato il processo alla Santadechè la quale, ricordo, è ben salda come Ministro del Turismo. Una cosuccia. La cronaca nera pervade i tg e alla fine si cerca sempre lo straniero "cattivo". L'amicizia con Israele resiste a qualsiasi tempesta, in maniera vergognosa. In parte siamo noi a vendere quelle armi di alta tecnologia che tempestano Gaza. Se ci sono delle proteste o manifestazioni, o sono sottaciute o sono "pericolose" ed "eversive", con gravi disordini sempre e comunque, anche se è successa giusto una baruffa. E la Flotilla senza aiuti e carica di armi, droga e alcolici? Lo scrivono giornali che usufruiscono di contributi statali, anche se non vendono un cazzo, e si limitano a titolacci e scorribande su Internet. La novità, non violenta e per questo molto temuta dai destrorsi, è che il popolo sta aprendo gli occhi; forse troppo lentamente ma costantemente. Ah, mi stavo dimenticando della Meloni cortigiana a detta di Landini. La versione osé in realtà è la meno usata. Quella più presente (giratela al maschile) indica di chi sta a corte, nel qual caso all'ombra di Trump e Soci, senza contare una cippa. Interpretazione molto più cattiva ma vera. Concludo con una battuta dialettale che mi ricorda l'arguzia di mia nonna. In piemontese, le prostitute venivano chiamate "I doni cai fumu" (le donne che fumano). Capitasse mai che Giorgia fumasse?

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Parmigiano ammuffito (non quello vero... )

Per carità. Il fatto è che il nuovo spot televisivo del Parmigiano Reggiano, in cui si vedono i bei soldi spesi per la realizzazione, ha una caduta di stile enorme nella parte musicale. Viene utilizzato uno dei brani italiani degli anni Sessanta più famosi in tutto il globo. Jimmy Fontana era uno che sapeva scrivere e cantare alla grande. "Il mondo" è uno di quei brani rimasti nell'inconscio collettivo a livello MONDIALE. Non lo dico io, ma vendite e traduzioni in tantissime lingue, e versioni di grandissimi artisti.Ebbene, seguendo non so bene quale moda (mi rifiuto di pensare a un risparmio) la canzone è stata reinterpretata in modo orribile. Sarebbe stato sufficiente utilizzare la versione originale, che avendo sessant'anni e passa dall' edizione originale, non era un grave problema di diritti. Invece, malgrado che il Parmigiano Reggiano non abbia bisogno di alcunché per primeggiare, si è scelto un tizio, tale Marco Zitelli in arte Wrongonyou. E in effetti è proprio tutto sbagliato, tutto da rifare. Io penso a quel creativo di sua nonna che si sveglia e dice: "Ideona! La facciamo fare a Wrononyou... " Capezzoli, corbezzoli! Quello che sia.. Il ragazzo è piùttosto stonato, anche con l'autotune (al prossimo podcast sul sito la canto io) e l'impressione è che sia stata fatta - come dire - in casa... Caro consorzio del Parmigiano Reggiano, rovinando "Il mondo" avete fatto un torto all'autore.

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