Tutto il mio mondo: l'archivio degli articoli...

Non solo musica, o spettacolo in genere. La mia idea è di trasmettere le mie esperienze, che passano anche attraverco differenti forma d'arte, come il cinema, i libri, lo sport, una certa televisione e - perché no? -  anche una visione politica chiara, netta e giusta. E poi, mi è capitato di tutto (sono io).

Hammer intervista Il Gazzettino 1994

MilanoNOSTRO SERVIZIO"Io povero? Forse perché ho venduto "solo" cinque milioni di copie del precedente album? Lo so, la stampa americana ha scritto anche questo, ma le cose, in verità stanno diversamente: non è questo l'anno, e il periodo, in cui ostentare ricchezza!". Chi parla così è Hammer, tornato in sella a tre anni di distanza da "Addams Family", dopo una lunga querelle legale con la Emi e il recente passaggio alla Giant-Bmg. Il nuovo album si intitola "The Funky Headhunter", e vede l'artista statunitense alle prese con radici musicali più consone, appunto, al soul e al funky, senza disdegnare la discoteca e il rap.I tempi della sfida di danza a Michael Jackson sono lontani: "Oggi spero solo che Michael superi i suoi attuali problemi, ed esca da questa brutta faccenda - fanciulli irretiti N.d.R. - pulito, per ricominciare una grande carriera. Io sono con lui al cento per cento!". Hammer inizierà il tour Usa il 31 maggio, per arrivare in Europa ad ottobre. "Niente di mastodontico, come per il tour precedente - racconta - ma uno show che mi abbia veramente al centro. C'è stato un periodo che avevo a "libro paga" 170 persone! Ora sono appena 50... In scena avrò otto musicisti, quattro coristi e sei ballerini".Hammer è cambiato. Più simpatico e disponibile, rispetto alla spocchiosa "improvvisata" a Sanremo, tre anni fa, il musicista-ballerino di Oakland (il vero nome è Stanley Burrell) si diverte anche a raccontare il perché abbia rinunciato al prefisso "M.C.": "Dopo il mio successo, sette anni fa, tutti i rapper hanno incominciato a farsi chiamare "M.C.". Te lo immagini, in un ristorante? "Hey, c'è una telefonata per M.C.!", e venti persone si alzano contemporaneamente! Imbarazzante".Il futuro? Conclude serioso: "Vedere la gente più allegra, con meno problemi di disoccupazione. E' questo il motivo principale del mio "ridimensionamento". Non bisogna ostentare, come fanno molti, quando il tuo vicino di casa sta male e non ha i soldi per mangiare... ". Ci chiediamo: chi era l'Hammer intervistato tre anni fa a Sanremo?B.M.

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Generazione di fenomeni? FB 2023

Ogni tanto guardo dove sono finiti gli amici della scherma. Nel caso specifico Nìccolo "Nick" Starace, quello grosso primo a sinistra nella foto. Si è dato al cioccolato, a modo suo. Prima direttore di Lindt Francia, poi a Londra e ora a Kansas City, sempre come capo, a riempire di cioccolatini gli Stati Uniti. Nella foto, che avrà un 25 anni buoni, siamo a Milano, di fronte alla Società del Giardino, dove all'epoca tiravamo tutti. Sempre da sinistra Alfredo "Alfio" Rota (oro oiimpico a Sydney nel 2000), la sua allora compagna Cristiana Cascioli, quello molto bello in jeans (lo conoscete bene) e poi Carlo Rota, Giovanni Cafiero e il leggendario Attilio Fini, 93, per molti anni commissario unico della scherma italiana, plurimedagliato a dir poco. Bei tempi...

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Riporre la spada nella roccia FB 2024

Stamane ho seguito un interessante dibattito a forza di commenti pro (molti) e contro (pochi) in riferimento al film "Excalibur" di John Boorman (1981). Spesso il cinema ha mitizzato una storia epica (nel caso del mito di re Artù) cercando indirettamente collegamenti reali, utopici o primordiali. La casistica è appunto ampia, ma faccio riferimento a pochi titoli pregnanti. Il primo è di sicuro "Alexander Nevsky" (1938) di Sergej Michajlovič Ėjzenštejn (è scritto così) con le musiche epiche di Sergej Sergeevič Prokof'ev. L'epica rivoluzionaria sovietica nell'immagine del principe condottiero. La battaglia sul ghiaccio spiega tutto. Citerei anche "El Cid" (Campeador) con Charlton Heston, Sophia Loren e Raf Vallone (1961) con la epica scena finale del Cid già morto ma issato sul cavallo per spronare l'esercito alla vittoria. Tornando al periodo di "Excalibur", cito l'ottimo "Ladyhawke" di Richerd Donner (1985) con una bellissima e romantica Michelle Pfeiffer, una carismatico Rutger Hauer e un giovane Mattew Broderick, bravissimo. Colmo una lacuna, per distrazione colpevole. "Highlander" di Russell Mulcahy (1986) con le incredibili e sofisticate musiche dei Queen (più Michael Kamen) e un Christopher Lambert adatto alla parte, Sean Connery in un super cameo e un villain di grande livello come Clancy Brown. Pare che nel 2025 ripartirà la saga con nuovi telefilm. Questi film hanno tutti un idem sentire e attori eccellenti, in certi casi ancora poco noti come Liam Neeson in "Excalibur". Potrei citare molto altro, come le declinazioni dai fumetti ("Conan"), ma mi fermo qui perché il concetto è chiaro e gli esempi calzanti.

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Trent'anni ma sembra ieri...FB 2021

Sinceramente, volevo evitare la commemorazione per i trent'anni dalla morte di Freddie Bulsara in Mercury. Ma non si può. Non si può, appunto perché sembra ieri, e in fondo è un po' così. Come sapete, dal 1978 in poi ho seguito diversi concerti dei Queen, con e senza di lui, purtroppo. Ho seguito anche quel Festival di Sanremo del 1984 in cui ho avuto il piacere di intervistarlo e parlargli un po'. La foto è di quel momento. La Emi aveva prenotato una grande sala banchetti dell'Hotel Royal, il più figazzoso della nota località. Carinamente, i Quattro si prestarono ad alcune foto davanti al muro tappezzato con dei poster realizzati ad hoc (bruttini ad esser sincero). Poi, a rotazione, si spostarono tra le varie tavole rotonde (rotonde di fatto... ) alla quali se ricordo bene eravamo in sei, più l'artista. E così parlai con tutti e quattro, e furono gentili. Brian May il più ricco di informazioni e cortesia. Freddie anch'egli gentile ma sempre con una cazzo di sigaretta in bocca. Non ricordo una parola ma ho la registrazione, e credo di sapere dov'è. Prima o poi la riverso. Io sapevo bene, come pochi miei colleghi, che ero davanti a un consistente pezzo di storia del rock. Meno forse le radio private generaliste, che passavano appunto dai Queen a Cutugno, con tutto il rispetto per Toto. Insomma, oggi 24 novembre 2021, mentre sta per lasciare il posto al 25 (il giorno invece di Maradona, sul quale sono poco competente) si celebrano le Opere e i Giorni. Non un triste e prematuro trasloco.

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Parnassius Guccinii la recensione Il Gazzettino 1994

MilanoNOSTRO SERVIZIOLeggero come una farfalla. Complici i cinquant'anni gioiosamente innaffiati di lambrusco, le tante glorie non solo musicali, con libri di successo, e la malcelata voglia di portare tutto il cantautorato allo status di Musa maggiore, Francesco Guccini pubblica un nuovo album. Sono nove canzoni dal sapore sia antico sia nuovo, che proporrà in una manciata di concerti nei palasport. Partenza da Parma, il 3 febbraio, con tappe a Padova, il 24 marzo, e Udine, il 29 aprile, per concludere a Livorno il 5 maggio. Quattro o cinque al mese.Il titolo del disco? Nessun fraintendimento. Come ampiamente spiegato nelle note di copertina, "Parnassius Guccinii", più che a riferimenti "divini", si sposa alla scoperta, due anni fa, di una nuova farfalla sull'appennino tosco-emiliano, a due passi da Pàvana, dove Francesco abita. Lo scopritore, dottor Giovanni Sala, ha cos omaggiato il famoso artista "montanaro", il quale, dal canto suo, ha ricambiato con la citazione. Punto e a capo.Il disco è un impasto di suoni e sangue; o, se si vuole, di ottima musica e testi centratissimi. Ecco il country leggero per le parole pesanti di "Canzone per Silvia" - la Baraldini imprigionata negli Stati Uniti per un reato di opinione - in cui al cielo della Florida - "... Uno straccio bagnato di celeste" - si contrappone la cella d'isolamento della nostra connazionale, vittima di "... un' America bigotta"."Acque" e "Samantha", con i fantasmi di antiche canzoni che aleggiano - da "Emilia" a "Eskimo" - vivono di suoni molto ben missati da Ezio de Rosa, dovuti alla bravura di gente come Antonio Marangolo e Roberto Manuzzi al sax, Gianni Coscia alla fisarmonica, e Lucio Fabbri, violino "epico" come quello di Scarlet Riveira nella dylaniana "Hurricane". Gli altri sono i "soliti noti": Vince Tempera alle tastiere, Ellade Bandini alla batteria, Ares Tavolazzi al basso e Juan Carlos "Flaco" Biondini alle chitarre, nonché co-autore e seconda voce in "Luna fortuna".Le canzoni sono tutte ricche di spunti, in cui si specchia, come vent'anni fa, la Società d'oggi. Si va da "Farewell" a "Nostra signora dell'ipocrisia", a "Non bisognerebbe" e "Parole". "Dovevo fare del cinema", poi, è un'antica, piacevolissima canzone di Guccini e Giampiero Alloisio, con cui Francesco, unitamente a Giorgio Gaber, aveva allestito, parecchi anni fa, uno spettacolo teatrale al Carcano di Milano.Bella la copertina del cd, con tanto di farfalla in campo blu, e bello il disco che, per caso o no, vede la luce a tre giorni di distanza da quello di Jovanotti. Teoricamente agli antipodi, i due si ritrovano nel nuovo, anarcoide, senso di consapevole ribellione che, vivaddio, pervade la musica leggera italiana: quella migliore e "giovane".Bruno Marzi

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Liana, la guardia del corpo Stop 2003

Milano, agosto.<Potendo scegliere a chi fare da guardia del corpo - spiega la bella 28enne comasca Liana Cavallaro - mi piacerebbe farlo per Madonna. Ma anche De Niro e Clooney, che ha casa sul lago di Como, sono tra i miei preferiti. Difenderò qualsiasi persona la cui incolumità mi sarà affidata!>. E' decisa, insomma, ad entrare nel ristetto numero di ragazze che proteggono personaggi famosi, come Russel Crowe, Jessica Lange, Lily Tomlin e Leo Di Caprio ai tempi dell' amore con la modella Gisèle Bundchen. Bella, alta, un passato da modella, "ragazza immagine", e da un anno titolare di un' agenzia di hostess per manifestazioni, la "Woman", ad ottobre la ragazza di Binago partirà per New York dove per dodici mesi parteciperà ad un esclusivo e durissimo corso per body guard nell' unica scuola tutta "al femminile" al Mondo, in cui imparerà anche sofisticate e segretissime tecniche antiguerriglia.Liana appartiene infatti ad una ristretta élite di quaranta ragazze, selezionate grazie al concorso "Perrier Body Guard School". Le italiane saranno in tutto quattro, tra le mille che si sono presentate, e selezionate in base all' avvenenza, alla preparazione atletica, alla cultura e all' autocontrollo. Oltre a Liana ci sono la sassarese Angela Gioia, Jana Adlerova, nata a Praga ma in Italia da dieci anni, e Marjia Sretenovic, serba di nascita ma italianissima a tutti gli effetti. E' ovvio che si sentano un po' Charlie's Angels e un po' Kevin Kostner al femminile.<Ci prepareremo duramente per fare un lavoro difficile e pesante - spiega Liana - e credo che lo spazio per le avventure sentimentali sia soltanto una bella trama per un film come "La guardia del corpo". La cosa più importante sarà sempre curare la sicurezza del nostro cliente, ventiquattr'ore al giorno>.Come è nata questa avventura?<Da uno scherzo dei miei compagni di palestra a Olgiate Comasco, che mi hanno sempre preso in giro perché, dicono, ho le spalle troppo larghe... >.E in famiglia, come hanno reagito?<Ormai hanno perso ogni speranza. Sanno di avere una figlia un po' pazzerella, ma di sicuro con la testa sul collo>.E il fidanzato?<Lui è forse quello che può capirmi meglio, perché fa il poliziotto... >.Bruno Marzi

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EDITORIALE