Verona
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Malgrado le polemiche che ne hanno messo in dubbio lo svolgimento sino a pochi giorni fa, puntualmente il "Festival LatinoAmericando" da stasera e fino al 14 settembre, torna con il suo variopinto mix di culture, suoni e gastronomia del continente sudamericano: cinque aree tematiche, mostre, stand di ogni tipo, ristoranti e decine di animazioni musicali e scuole di ballo, oltre allo spettacolo sul palco centrale, che stasera propone dal Brasile "Ipanema Show", ovvero dal Carnevale alla foresta amazzonica, attraverso l' esibizione di un avvenente corpo di ballo e ben quindici cambi d' abito. Ricordiamo poi lo spettacolo del dominicano Kinito Mendez, domani sera, di Kid Creole and Coconuts il 7 settembre e il gran finale del 14 con gli Inti Illimani.
L' appuntamento veronese, diretta continuazione dell' analogo festival terminato pochi giorni fa al Forum di Assago, ha il grande merito di avvicinare la cittadinanza a modi e culture che ormai "attraversano" le nostre città grazie all' immigrazione di nuove "forze lavoro" extracomunitarie. Di certo quelle sudamericane, per cultura ispano-europea e tradizione sociale, sono quelle che meglio si sono integrate all' interno della nostra Società. Appuntamenti gioiosi come quello del Festival sono anche utili come riflessione e miglior comprensione tra le persone, magari ballando la stessa musica o gustando le stesse specialità culinarie.
Rispetto agli show del gemello Festival milanese, che tra gli altri ha visto all' opera Daniela Mercury, Carlinhos Brown assieme a Jovanotti, e molte altre star assolute, il calendario veronese risulta più raffinato e "curioso"; e pensiamo al gruppo folcolrico colombiano Candela, il 25 agosto, al venezuelano Oscar d' Léon, il 29, alla celeberrima Orchestra Aragòn, il 31. E così accanto a Gente de Tango, ovviamente dall' Argentina il primo settembre, arriva anche una superstar come il cubano Manolito, meglio noto come "el medico de la Salsa", il 3, e poi la New York Salsa All Stars, l 11.
Un discorso a parte meritano Kid Creole e Inti Illimani. Il primo è americano, vero nome August Darnell, e nasce alla fine degli anni Settanta come Original Savannah Band, ottenendo un notevole successo di critica per la capacità di mischiare ritmi caraibici alla Tito Puente con un retrogusto rock e una grande fantasia nella presentazione dello show. Dopo una prima apparizione italiana a Correggio nell' 87 (organizzatore di quel Festival dell' Unità era tale Luciano Ligabue... ) Kid Creole tornò nel '99 proprio a Verona mentre pochi giorni fa si è esibito sul palco di "Rimini Rimini Rimini", il super parco della musica di Raoul Casadei che sta ottenendo un successo strepitoso e che concluderà domani sera il suo "Balamondo" con lo show di Gloria Gainor e Mirko Casadei.
Gli Inti Illimani, infine, da tempo hanno ripreso la loro giusta dimensione di gruppo folkclorico internazionale di assoluto livello artistico. Per i più giovani è difficile pensare che i musicisti cileni vissero da esuli per moltissimi anni in Italia ai tempi del regime di Pinochet, dopo la nascita del gruppo da parte di normali studenti di Santiago del Cile nel 1967. Ovvie le numerose collaborazioni con artisti italiani, a partire dai Nomadi, con i quali hanno condiviso un felice tour negli anni Novanta. I fratelli Jorge e Marcelo Coulon, oggi come allora, continuano a guidare la formazione, che ha fatto conoscere in Occidente i flauti e i tamburi andini, all' interno di una tradizione a dir poco millenaria che oggi mettono a disposizione di tutti.
Bruno Marzi
Nella foto: Inti Illimani
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