Ieri, appunto domenica, ero a Vercelli per ascoltare al Parco Kennedy (a ridosso della stazione) il mio amico Marcello che faceva l'esordio ufficiale con i Ranot dla Basa, un quartetto acustico che ha deciso di riproporre i "classici" della tradizione dalettale del Vercellese. Una buona idea per promuovere repertori di musica popolare ingiustamente trascurati ma di notevole appeal. Insomma, un po' spaventato dalla massiccia promozione di "Risò", la fiera-esposizione in onore del riso di qualità vercellese, parcheggio l'auto dal lato opposto del parco, prima del sottopasso del rione Isola, temendo blocchi vari, assenza di parcheggi e quant'altro. Scopro però che, a parte la grande affluenza di persone per il concerto, il resto della zona è completamente avulso dalla manifestazione. Non scendo in particolari toponomastici (chi è del posto lo sa; agli altri frega nulla... ) ma ricordo alcune informazioni ufficiali che mi sono giunte. Alla presentazione c'erano ben sette ministri, a partire dal coattone Lollobrigida, tutti davanti al Sant'Andrea trasformato in una risaia. Sarà per il fatto che i latifondisti d'inizio Novecento furono i primi a foraggiare il nascente Duce, e per contro nessuno di loro perì nella strage di piazza Fontana malgrado il venerdì fosse giorno di contrattazioni.
Il "giochino" è costato circa un milione e mezzo di soldi pubblici (anzi europei) di quelli non a fondo perduto ma che prima o poi dovremo restituire. In pratica è stata una fierona-degustazione a pagamento di riso e ammenicoli vari (cosa cha accade già a costo zero nelle varie sagre di paese e anche nella stessa Vercelli). Quindi riso et circensens, con saltimbanchi, animaloni di plastica colorata apprezzati solo dai bimbi più piccoli, e costosissimi (circa sessamtamila euro l'uno. Meglio allora fare una gita premio a Disneyland e si spendeva di meno) più un po' di viavai attorno a piazza Cavour, peraltro già meta di "vasche" dei vercellesi nel weekend. Sono ingenuo, lo so. Allora, a cosa è servita tutta questa caciara? A vendere più riso di certo no. Gli stand - mi dicono - sono stati più di rappresentanza che altro. A mangiare in piatti di plastica a prezzi esosi? Ovvio. A promuovere il nostro riso nei Mondo? Certo: era pieno di cinesi e vietnamiti...
Quindi, come al solito, si è trattato di una messinscena costosissima di questa Destra sbruffona e ignorante, che si vanta di quanto, tra l'altro, la città sia stata recentemente abbellita. Attenzione a non capitare però nella giungla di viale Garibaldi, simbolo stravolto e vandalizzato, o nelle zone di piazza del Municipio, venduta direttamente alla Liegi-Bastogne-Liegi come percorso di pavé. Come sottolineato bene da molti dotati di raziocinio, Vercelli è una città moribonda, narcotizzata e priva di reali sbocchi di interesse. Quando sono nato io contava circa sessantamila abitanti; oggi mi dicono che siamo di poco sopre i quarantamila. Sarà perché mi sono trasfrito io...
Nella foto: stand smantellati. Da La Sesia.
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