Tutti gli studi genetici seri e indipendenti concordano su un fatto ineluttabile: cinquemila anni fa gli "italiani" non esistevano. E nemmeno successivamente, quando nacque la definizione di "italici", parlando dei Romani e delle varie influenze genetiche delle Città Stato, lanzichenecchi compresi. Siamo niente di più e niente di meno che esseri umani mescolati da oltre un milione di anni.
Eccoci allora. Lo spot tv delle Ferrovie dello Stato (di nuovo il nome originale, senza il "Regie" davanti... ) si intitola "L'emozione di essere italiani" (anche in versione inglese) e si chiede da che cosa si distinguano i veri italiani. E parte dalla solita sartoria, da Bocelli e via dicendo, per arrivare a una vezzosa capotreno, o qualcosa del genere.
I più svegli noteranno che i "veri italiani" sono tutti bianchi come il latte, quasi esanimi. Non c'è traccia di mix culturale, di condivisione del talento, magari chessò una Jasmine Paolini che è un po' più esotica della mozzarella di immagini scelte con cura da una dirigenza supina alle nuove necessità politiche. Il vizio da consumato giornalista (vecchio sarai tu, imbecille!) mi fa notare le cose, come quella già citata della pubblicità Amplifon, dove un simpatico zio/nonno sordarello infila, nell'abbraccio, la mano sul sedere della nipote "tralasciando" i calzoncini. Insomma, viviamo in un mondo approssimativo e fasullo, ma già lo sapevamo. Comunque, mi dicono che forse "Italo" è meglio...
La foto AdnKronos è tratta dalla "sobria" presentazione dello spot mesi fa...
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