Scomodo pure Giorgio Gaber e la sua "libertà è partecipazione". In questa Italia alla rovescia, nelle mani di politici di pochissimi scrupoli, una solenne stronzata come quella della famigliola country (appunto stronzata nel mezzo della bufera di cose rilevanti. Non certo per i bambini) viene fatta passare dai legaioli, e non solo, come lotta per la libertà. In primis, invito Salvini, Vannacci e Soci ad andare a vivere nella casa country con le famiglie... Secondariamente, come ha saggiamente detto pochi minuti fa Antonio Di Pietro su La7 a "L'aria che tira", "ci vuole il massimo rispetto per i giudici". Per contro ho sentito tale Maddalena Loy de' La Verità affermare che il rapporto tra genitori e figli è comunque superiore a qualsiasi Legge. Ditelo all'affezionata mamma che ha ucciso il figlio di nove anni.
Sintetizzo. Questi genitori australiani, avendo a casa loro un Paese sconfinato e bellissimo, decidono di venire in Italia a fae i cazzi loro. "Vivere in maniera diversa non è un reato", aggiunge Di Pietro. E apre uno spiraglio di normalità. Il fatto però è che in realtà i genitori non sono dei poveretti, e rifiutano l'assistenza pubblica, che ha offerto una casa arredata fino alla ristrutturazione della loro. Il tutto "aggratiss". Lo stesso legale della famiglia si è tirato fuori, viste le resistenze del padre a qualsiasi aiuto. Il senso è: "Potremmo avere una casa attrezzata, l'assistenza pubblica, ma non lo vogliamo perché siamo country... ". Il discorso sulla scuola, poi, è discriminante. Chi vive nel nostro Paese (i Cinque hanno documenti?) deve assuefrasi a semplici regole sociali come l'istruzione obbligatoria e i semplici conforti di acqua corrente, energia e servizi igienici.
No, loro non vogliono. Essere fuori dalla Comunità non è reato, ma lo è non rispettare, in piena libertà, le leggi che la regolano. Punto.
Ogni altro discorso country è fuori luogo e fasullo. Specie se si gioca all'allegra fattoria da adulti.
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