Sono stato un lettore di Dan Brown ancora prima che uscissero i film tratti dai suoi libri di successo galattico. Così come i film, d'altronde. Ho appena terminato di leggere "L'ultimo segreto" e devo ancora capire se e quanto mi sia piaciuto. Provo a spiegarmi. L'ambientazione a Praga è fascinosa, e la storia riprende, adattati ai tempi, le misteriose tradizioni esoteriche legate in particolare all'enclave ebraica. Ecco allora apparire il Golem difensore degli oppressi, la tradizione dei libri maledetti, l'animismo come scienza, eccetera. Il tutto immerso nel multiverso emozionale che vede in questo caso un ambizioso e terribile progetto della Cia - la Soglia - che con ogni mezzo vuole arrivare a Verità assolute e apputo squarciare l'ultimo segreto della vita. Insomma,, c'è trippa per gatti e abbondante.
Il personaggio del dottor Robert Langdon (ce la farà a fare ancora il figo, per il sicuro e futuro film, il buon Tom Hanks?) ripropone il classico stilema ben noto: gli studi, il coraggio, la passione per il nuoto e l'orribile orologio di Topolino (credo fosse un Timex quello vero). Al suo fianco un'affascinante coetanea, Katherine Solomon, studiosa della mente umana e prossima alla pubblicazione di un libro "pericoloso". Ho detto tanto senza svelare nulla, in realtà. Tra anagrammi, misteri e laboratori sotterranei la storia si dipana in maniera forse più scontata che in altre circostanze. C'è un solo, vero colpo di scena verso la fine, e più che una vittoria dei buoni sembra un pareggio. Intendiamoci: il libro merita comunque. Che mi siano piaciuti di più i primi, però, è un dato di fatto.
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