La morte di Brian Wilson, a pochi giorni dal compleanno (83), cade in un momento significativo. Il fondatore dei Beach Boys, cantautore e talent scout di grande intuizioni, spero che fosse per sua fortuna abbastanza rincoglionito da non capire quello che quel beota pericoloso di Trump sta facendo al Mondo, agli Stati Uniti, e a quella California che, con forza, sta dicendo al parruccato arancione che la porta per una rapida uscita è in fondo a destra. D'altronde, cosa si può pretendere dalla terra delle "Good Vibrations"? (il famoso oscillatore di Moog).
La California, grande, forte e sorridente (e multirazziale) sta facendo onore anche così, combattendo per la libertà, a quell'eroe degli anni Sessanta, che seppe spingere più avanti il concetto di indipendenza e civiltà per quello stato-nazione con un fiero orso sulla bandiera. WIlson, che non suonava assieme ai vecchi amici da moltissimo tempo, avendo saltato anche la reunion del 2003 si imbarcò nel tour del 2012 che segnava i cinquant'anni d carriera della band più democratica e pazza della West Coast. Due appuntamenti in Italia; il secondo all'Arena Civica di Milano. Le mie foto sono di quella sera.
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