Arto Lindsay (ex Lounge Lizards) intervista Il Gazzettino 2000

Pubblicato il 6 agosto 2025 alle ore 11:59

Milano
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"Quando credi in un' altra musica, vuoi cambiarla!", racconta Arto Lindsay, rispondendo volentieri alle nostre domande. Forse è tutta in questa frase la filosofia di vita del grande musicista newyorkese, di origine e ispirazione brasiliana, che lunedì 3 aprile si esibirà al "Goldoni" di Venezia, nell' àmbito della rassegna organizzata dal Centro culturale "Caligola". L' abbiamo incontrato ai "Magazzini Generali" di Milano, alla fine di una giornata piena di ritardi di aerei, soundcheck finiti con il pubblico già in sala, impegni che si accavallano. La vita del musicista "on the road", insomma. La band di Lindsay si avvale della presenza del batterista e autore Vinicius Cantuaria, per uno show molto vario ma relativamente breve, griffato in una personale "post avanguardia" che, come afferma lo stesso Arto, "... E' alla perenne ricerca del Suono Globale Mondiale". In questa direzione di "riorganizzazione del rumore" il suono legato anche al nuovo cd "Prize" vive della doppia anima rock "estrema" e brasileire allo stesso tempo. Di nicchia, ma piacevolmente, quindi. Da sentire.
"E' la prima volta che posso affermare tranquillamente che si tratta di un disco mio - spiega Arto - e non dell' industria discografica. Ho il pieno controllo del mio lavoro, ma in passato i dischi, in una maniera o nell' altra, passavano nel meccanismo delle grandi Compagnie. In questo caso, invece, ho scelto nazione per nazione la migliore distribuzione, e la più corretta". Ad un personaggio come Lindsay viene spontaneo chiedere i quale direzione vada la musica oggi, e quali prospettive abbia. La risposta è precisa: "Credo che esista una nuova musica, e una ricerca del suono, malgrado l' impoverimento culturale del suono massificato che esce dai "media", a partire da Mtv. Ci sono personaggi e gruppi, mi vengono in mente i nomi degli Ovo e dei Netsonic in Europa, che fanno un lavoro interessante, così come si faceva negli anni Sessanta e Settanta sulla scena newyorkese".
Ad Arto si deve molto del successo dei Lounge Lizard, per esempio, a cui ha fatto seguito una importante collaborazione con il sassofonista John Zorn, tra i tanti, ma anche con Talkin' Heads e, in tempi più recenti, con Brian Eno, Sakamoto e, negli anni Novanta, con tutti i "mostri sacri" brasiliani: Gal Costa, Caetano Veloso e Carlinhos Brown. Arto Lindsay ha lavorato recentemente anche con gli Avion Travel, dei quali ha un' opinione eccellente. E conclude: "Mi contattarono anni fa per la colonna sonora di un film del mio grande amico Renato De Maria, ma io ero impegnato e non se ne fece niente perché non c'era abbastanza tempo. Poi ho prodotto parte del loro penultimo album, e adesso fanno parte della mia famiglia! Siamo molto amici, e credo che il loro lavoro musicale sia eccellente, perché basato su un' impostazione teatrale. Mi colpirono molto la prima volta che li vidi in concerto a Napoli... ": Della vittoria al Festival di Sanremo, ovviamente, non sa niente. E noi glissiamo.
Bruno Marzi

 

Imagine non mia. Devo cercare tra le diapositive...

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