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Ogni tanto, David Byrne, ex leader dei Talking Heads, da lui fondati nel 1975, si ricorda della musica. Esce oggi "David Byrne" (il cognome è scritto all'incontrario): dodici canzoni che la "biografia" definisce "tra le più intimiste e personali; che parlano di sesso, nudità, amore, violenza, morte, fuga, America, il mondo, la vita dopo la morte e la paura". Esce un video "live", "Between the teeth" ("Tra i denti"), registrato nel New Jersey nel corso dell'ultimo tour.
Byrne suonerà al teatro Nazionale di Milano, il 3 giugno, mentre il 2 registrerà un intero show per il programma "Acoustica" di Videomusic. Con lui saranno Todd Turkisher alla batteria, Paul Socolow al basso e Mauro Fosco alle percussioni. E' curioso sul nuovo governo italiano: †E' un periodo di transizione; bisogna vedere come finirà".
"Questo nuovo album- spiega David, vestito di nero, capelli lunghi e viso riposato - è molto "fresco", grazie anche alla nuova band. Ho lavorato come se fosse il mio primo disco, e si può| dire che inizi per me una nuova fase, con canzoni registrate con più energia e creatività". E la "sbornia" sudamericana di "Rei Momo"? "E' rimasto ancora molto, in alcune canzoni. Come produttore di dischi, lavoro ancora molto con Cuba, che continua a produrre molti talenti, non solo di musica etnica, ma anche di "heavy metal", per esempio, e di artisti che, come Carlos Varella, criticano il sistema apertamente. Il regime cubano è più vicino alla musica etnica, ma ora i problemi sono altri. La crisi impedisce ai dischi di uscire, perché mancano le materie prime - vinile, carta e plastica - per produrli! Per il futuro, sto lavorando con artisti dell'area di Los Angeles e con una innovativa band di Okinawa".
Byrne è un arista multimediale, che si interessa di cinema, sia come regista sia come autore di colonne sonore (ha vinto l'Oscar con "L'ultimo imperatore" di Bertolucci), ma anche di teatro e fotografia (vedi le belle foto della copertina firmate da Jean Baptiste Mondino). In questo disco, e nel video, c'è anche l'amichevole collaborazione di Jonathan Demme, regista del recente "Philadelphia". Conclude Byrne: †Ho conosciuto Mondino come regista di video pop, in Francia, anni fa, e mi sembrava perfetto per fotografare particolari del mio corpo... Ho visto "Philadelphia" e penso che la colonna sonora sia buona, ma non tutto. Con Demme non ho progetti. Non so nemmeno cosa far| io domani... Per il resto, è terribile invecchiare!".
Bruno Marzi
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