Un infarto. Il ricovero al Niguarda e la morte a soli sessant'anni, lasciando la compagna e la figlia Olivia. Ho conosciuto Giovanni Paoli, figlio di primo letto di Gino Paoli, seguendo casualmente il suo peregrinare in diverse redazioni di giornali popolari, e in ultimo in quelli della mefitica Santadeché. Professionista valido e sorridente, persona collaborativa e onesta, da anni, tascinato dall'ambigua corrente della cesssione delle testate dalla Rizzoli addirittura a Visiblia, aveva svolto i vari compiti, anche da caporedattore. Numerose le nostre telefonate, nelle quali quasi con sorridente vergogna mi chiedeva di cambiare qualcosa nei testi dei miei articoli rendendoli meno musicali e più gossip. Sforzo enorme per entrambi. Lui aveva suonato anche con il padre, prima di passare al giornalismo.
Nella casualità della morte per infarto (alla stessa età è mancato il carissimo Pino Mango) spero che non c'entri il prolungato stress per un mestiere volgarizzato da bruttissime persone, che sono ancora lì a fare, per esempio, la minestra. Ah, no: la ministra...
Un sorriso nella tragedia. Giovanni avrebbe apprezzato. Un abbraccio stretto e rispettoso a Gino e alla sua famiglia. Alla compagna di Giovanni e a Olivia. Con sincerità e partecipazione.
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