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Mentre il Titanic affonda, l' orchestra non smette di suonare. E così nel momento in cui Rai e Comune di Sanremo annunciano trionfalmente il rinnovo quinquennale del contratto che li lega, Lucio Dalla e il manager Bibi Ballandi rompono la trattativa per la direzione artistica del prossimo Festival della Canzone Italiana. Di conseguenza diventa sempre meno probabile la partecipazione di Fiorello, molto legato al promoter bolognese, a qualsiasi progetto correlato alla manifestazione che, a questo punto il condizionale è d' obbligo, si dovrebbe tenere nel marzo del 2004.
Rimangono in ballo i nomi di Claudio Cecchetto, in pratica autocandidatosi, e Renzo Arbore, uomo-Rai di prestigio e super partes. Entrambi però apparentemente non hanno speranze a causa della persistente diaspora della Fimi, l' Associazione che rappresenta la quasi totalità delle Case discografiche di maggiore consistenza italiana e internazionale che preannuncia per novembre i suoi "Music Awards", e che a tutt' oggi attende dal Comune di Sanremo e dalla Rai i pattuiti rimborsi spese, 750mila euro, per il Festival 2003. E poi manca il tempo per realizzate "progetti" discografici che vanno preparati non solo dal punto di vista artistico ma anche da quello industriale. Ciliegina sulla torta, latita anche il regolamento del Festival, promesso da tempo e non ancora emanato dalla Rai.
Così stando le cose, nemmeno l' ottimo Paolo Bonolis, neo acquisto Rai, e così Celentano, che da anni propugna una vera e propria "rivoluzione" per Sanremo, accetterebbero di mettere a repentaglio la propria reputazione all' interno di uno show che non avrebbe più al centro le nuove proposte dei big e dei giovani talenti della canzone italiana, ma solo una raffazzonata schiera di semisconosciuti, eccezion fatta forse per i nomi di Ruggeri (associato Afi e non Fimi) e Dolcenera, vincitrice quest' anno tra i "giovani". Mancherebbero totalmente anche gli ospiti musicali stranieri di prestigio. Questi i fatti.
Non è la prima volta che il Festival viene messo alle corde. Già nel 1956 la Rai decise di bandire un concorso interno, facendo a meno dei "big". Vinse Franca Raimondi con "Aprite le finestre". Altra "crisi" nel '72 quando una "commissione" comprendente i più famosi cantanti, a partire da Villa e Morandi, contestò le numerose irregolarità. Poi la protesta rientrò e vinse Nicola Di Bari. Nel '74 poi furono venduti in totale solo 45mila dischi. Quest' anno poi tutto accade sulla spinta emotiva dello scandalo suscitato dal giro di bustarelle attorno all' "Accademia della Canzone" che, dopo gli arresti eccellenti, le scarcerazioni e la derubricazione delle accuse (chiedere soldi per partecipare al Festival parrebbe un reato amministrativo e non penale) non ha ripreso la propria attività (il "sito" è bloccato al 2002).
Non c'è insomma un nuovo bando di concorso per la gara che avrebbe dovuto portare quattro "giovani", selezionati tra migliaia, alla ribalta del teatro Ariston. In sostanza, sembra sempre più opportuna la proposta del direttore generale della Fimi Enzo Mazza di "saltare un anno e lavorare sul Festival 2005". Questo però sarebbe un disastro dal punto di vista economico per le attività alberghiere legate al Festival. Malgrado le dimissioni del mitico assessore Antonio Bissolotti, fino ad ora unico apparente capro espiatorio, le dodici inchieste della Procura sanremese (appalti Casinò, l' orribile "Palafestival", eccetera) vanno avanti in silenzio e discrezione. Tutto questo mentre per Cda Rai e Amministrazione matuziana, nelle persone del sindaco Bottini e del neo assessore al Turismo Di Meco, si parla di una convenzione per 100 milioni di euro fino al 2009 e di "sfruttamento sperimentale via Internet" della stessa manifestazione.
Bruno Marzi
Nella foto: ci pensa Del Noce...
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