Overdose di Zucchero...

Pubblicato il 25 settembre 2025 alle ore 10:56
Come in tanti hanno già scritto, oggi il Partigiano Reggiano fa settant'anni. Alleluja! E' entrato anche lui nell'età della ragione, mentre io ci sono già da un po'. Gli voglio bene (lo sa) ma di certo non sarò a celebrarlo stasera all'Arena di Verona, dove spero faccia qualche simpatica cazzata. L'Adelmo è un vero personaggio, a differenza di molti suoi colleghi diventati quasi delle figurine Panini d'antàn. Rimane sanguigno, creativo nel suo amore per il blues e il soul ripreso alla sua maniera. Anche i suoi dischi recenti rimangono operazioni artigianali e creative nelle quali coinvolge sempre i migliori, che sono un vanto e una regola di creatività. Tra i musicisti - che io sappia - ha solo amici, mentre le cose cambiano con discografici, autori e alcuni colleghi giornalisti. In molti infatti hanno visto il suo successo mondiale come un'esagerazione, un brindisi all'ovvio. Diciamolo: questi signori e signore non capiscono un cazzo di musica e sensibilità umana.
L'Adelmo me lo ha spiegato in tante interviste (che trovate sul mio sito brunomarzi.eu) ricordando quando i suoi primi discografici lo facevano sfilare davanti alle segretarie per definirne il look, oppure la sua migliore possibilità era quella di fare l'autore, anche prolifico a Sanremo essendo intelligente e preparato. Ma lui, come mi spiegava, non voleva rinunciare al suo sogno, alla sua anima. Fino a quell'ultima occasione di andare in Usa a incidere con soli 40 milioni di lire, ma trovando tanti amici a partire da Corrado Rustici e Randy Jackson, e da Alberto Salerno che gli scrisse il testo di "Donne". Non un Mogol qualunque.
Come sapete, a Zucchero devo la copertina di "Live at The Kremlin" (in realtà la foto è italiana) e molte altre carinerie. L'ultima, ottima intervista è quella che gli feci per Playboy, e che non solo non mi fu mai pagata, ma che quel giorno in piazza della Repubblica a Milano mi costò l'intera borsa fotografica rubata. Insomma, caro Sugar, mi devi una cena decente in trattoria. Chiudo rinnovando gli auguri al "Mostro di Roncocesi" e a tutta la sua corte (Ricky compreso ovviamente) e scgliendo tra migliaia un'immagine particolare per festeggiarlo. L'anno di "Donne" a Sanremo, con lui, Rustici e Randy stravaccati sul divano e direi oltre il terzo "bianchino". Era il 1985: giusto quarant'anni fa e tu ne avevi trenta, e io trentuno...

 

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